Alimentazione. La vista si salva (anche) mangiando i cibi giusti

Abbattere il rischio di molte patologie dell’occhio: a cominciare dalla cataratta o dalla degenerazione maculare, mangiando bene. Ecco la nutraceutica in oculistica

Antiossidanti, vitamine A, B, E, C, luteina, zinco, omega3, carotene, probiotici. Un’alimentazione giusta, ricca di questi e altri nutrienti, aiuta a ridurre il rischio di patologie degli occhi: dalla cataratta, alla degenerazione maculare senile, al glaucoma. Della dieta per la salute degli occhi si è parlato anche al 19° congresso SOI, Società Oftalmologica Italiana, a Roma da 18 al 21 maggio.

“La retina è un tessuto particolare: a differenza di altri, qui, quando un vaso si ostruisce non c’è la possibilità che un circolo collaterale lo sostituisca per portare l’ossigeno a valle dell’ostruzione: in caso di trombosi dell’arteria centrale della retina se non si rivascolarizza in pochi minuti, il danno diventa permanente”, spiega Matteo Piovella, presidente SOI, in occasione del simposio Occhio e Nutrizione.

“La retina, quindi, e in particolare la macula che è la parte più nobile e delicata della retina, ha bisogno di sostanze come la luteina e la zeaxatina, pigmenti che sono nella retina ma che noi non produciamo, e che dobbiamo assumere con la dieta. Dunque, individuare e consumare alcuni alimenti che contengono i giusti nutrienti può contribuire a salvare la vista di moltissime persone”.

Le malattie
Con l’alimentazione si può prevenire la maggior parte delle patologie oculari. “La degenerazione maculare legata all’età, la cataratta e anche il glaucoma, che sono le più frequenti. Una buona dieta contribuisce anche alla soluzione di infezioni dell’occhio, e pure l’uveite si può prevenire mangiando correttamente”, dice Andrea Ghiselli, presidente della Società italiana dell’Alimentazione. Questo perché – aggiunge – un’alimentazione corretta, come è quella mediterranea basata su un forte consumo di vegetali ma con pesce due volte a settimana e limitatamente con carne, abbatte il rischio di ipertensione, diabete, dislipidemie e aterosclerosi, ovvero di patologie correlate all’alimentazione e a loro volta causa di malattie dell’occhio. Ultimamente stiamo osservando che anche la disbiosi intestinale (la condizione di squilibrio microbico dovuta a una crescita eccessiva di batteri ‘cattivi’ nell’intestino che ne provocano l’irritazione, ndr) favorisce diverse patologie oculari, sebbene il meccanismo molecolare alla base di questa relazione non sia ancora stato chiarito”.

Cosa accade invece se il paziente ha già una malattia? “La dieta le può rallentare: una volta che la degenerazione maculare senile c’è già, con una supplementazione di luteina, zeaxantina, vitamina C, vitamina E, zinco la degenerazione si può rallentare”, conclude Ghiselli.

Gli alimenti
Tra gli alimenti ricchi di nutrienti ‘buoni’ per gli occhi, oltre allo yogurt (probiotici) ci sono soprattutto frutta e ortaggi, ricchi di antiossidanti e non solo: la luteina è negli spinaci, nei cavoli, nei broccoli e anche nelle uova, la curcumina (un altro antiossidante) è nel curry e nello zafferano. Gli agrumi sono ricchi di vitamina C, che contrasta la formazione dei radicali liberi e contribuisce alla salute dei neuroni del nervo ottico. Peperoni gialli e pesche sono ricchi di vitamina C e zeaxantina. Il beta-carotene oltre che nelle carote, è nella zucca, nelle patate dolci e nel melone. La vitamina E è nei cereali interi, la B nei cereali, nel latte e nelle uova, nelle noci, nelle arachidi e nel lievito di birra. Di zinco ce n’è molto nei legumi.

La soia e i suoi derivati contengono amminoacidi essenziali, fitoestrogeni, vitamina E, nonché agenti antinfiammatori che aiutano a mantenere gli occhi in salute. Gli acidi grassi essenziali del pesce, gli omega 3, sono fondamentali per la vista: grandi quantità di DHA sono nel salmone, tonno, trota selvatica e sardine. È un alleato degli occhi anche il tè, soprattutto quello verde e nero. E l’acqua: bere un litro e mezzo o due al giorno meglio se lontano o prima dei pasti. Ridurre sale, zucchero e farina, e ridurre o eliminare i condimenti di origine animale, e formaggi e salumi. Non sono alleati degli occhi caffè e alcol.

Il calendario dell’oculista
La prevenzione, oltre che per la nutraceutica, deve passare per l’oculista, o, meglio ancora, per un preciso calendario di visite oculistiche: le scadenze da non dimenticare – secondo la SOI – sono: alla nascita, entro i tre anni d’età, all’inizio della scuola, a 10 e a 15 anni per intercettare eventuali miopie, a 40 anni e poi ogni due anni. Dopo i 60 una volta all’anno. Mentre dopo un intervento di cataratta è necessario sottoporsi a visita oculistica ogni 12 mesi.

Cataratta, la chirurgia è cambiata
Con 650 mila interventi all’anno, la chirurgia della cataratta è l’intervento più eseguito nel nostro Paese, ed è un altro dei temi affrontati del congresso SOI. “L’oculistica è considerata un’assistenza di tipo elettivo, cioè non prioritario, anche se l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera i difetti di vista la causa principale di ipovisione e cecità – sottolinea il presidente SOI -. Nel 2019 secondo l’Oms presentano una penalizzazione della vista 2,2 miliardi di persone: 123 per difetti di vista, 826 a causa della presbiopia, 65 milioni per la cataratta e 7 milioni per il glaucoma. Quindi è sbagliato e anacronistico continuare a considerare trattamento estetico la correzione dei difetti di vista con l’impianto di cristallini artificiali a tecnologia avanzata in concomitanza con la rimozione della cataratta”, spiega Piovella, presidente SOI.

L’esperto fa riferimento all’intervento refrattivo della cataratta, un’operazione che non è prevista dai LEA e dal Sistema Sanitario Nazionale, e che a suo parere sarebbe da consigliare a tutti i pazienti. “Oltre a rimuovere la cataratta questo intervento è in grado di correggere anche i difetti refrattivi, cioè miopia, ipermetropia, astigmatismo e presbiopia e i nuovi cristallini artificiali sono tagliati sui difetti del singolo paziente, sono su misura. Il Ssn è incapace di aggiornare le risorse e le tecnologie e l’organizzazione del nostro settore e questo inevitabilmente si riverbera sui pazienti, che in questo caso sono obbligati a pagare loro gli elevati costi per questa nuova chirurgia della cataratta”, dice Piovella.

La maculopatia e la class action
Fra le malattie più invasive degli occhi c’è la maculopatia che colpisce la macula, la parte più delicata e anche la più importante della retina. La macula è responsabile della visione centrale, cioè ci permette di focalizzare lo sguardo al centro del campo visivo, e di distinguere chiaramente i dettagli rispetto al resto della retina.

La degenerazione maculare legata all’età, è una maculopatia che si presenta dopo i 55 anni colpisce un terzo circa degli over70 (dati SOI) e anche se con diversi gradi di gravità, sta diventando la prima causa di cecità nei paesi ad alto reddito.

“Oggi in Italia più del 50% di chi soffre di maculopatia non ha accesso alle cure a cui ha diritto, si tratta di terapie intravitreali introdotte da anni, che sono in fascia H cioè possono essere somministrate solo in ambito ospedaliero. Oggi possono erogare la terapia solo 200 specialisti su 7000. Se entro l’estate non saranno attivate le indicazioni presentate da anni alle Istituzioni, SOI – avverte il presidente – si adopererà per attivare di una class action a sostegno dei pazienti affetti da maculopatia che per impossibilità di accesso alle cure hanno perso la vista”.

La sensibilità al contrasto
Infine al congresso si parla anche di perdita di sensibilità al contrasto, cioè della capacità di individuare le varie tonalità di uno stesso colore, è un disturbo poco conosciuto. Normalmente questa sensibilità è molto elevata ma diminuisce in caso di malattie del nervo ottico o che opacizzano la visione (cataratta). Questa patologia riguarda circa il 40% della popolazione e dopo i 60 anni il disturbo è più comune. Per queste persone diventa difficile leggere le scadenze dei cibi, dei farmaci, e anche le avvertenze di sicurezza nei luoghi di lavoro.

“Vogliamo dare indicazioni al Ministero delle attività produttive perché date di scadenza e istruzioni e avvertenze vengano riportate in modo evidente e non siano scritte in caratteri troppo piccoli o utilizzando un contrasto tali per cui il 40% delle persone non riesce a leggerle. Si tratta di indicazioni semplici – conclude Piovella – ma sono nell’interesse e per la sicurezza di tutti”.

Fonte: repubblica.it

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