Proliferazione vitreo retinica

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La proliferazione vitreo retinica (PVR) è una condizione caratterizzata dalla formazione di membrane fibrocellulari avascolari associata a distacco di retina regmatogeno ossia con rotture retiniche.

Le membrane possono essere sulla superficie retinica (epiretiniche), sotto alla retina (sottoretiniche) oppure occupare spazio nella camera vitrea. La loro contrazione porta ad accorciamento della retina determinando distacchi di retina trattivi e/o regmatogeni.

La PVR risulta essere la più frequente complicanza tardiva dopo trattamento chirurgico per distacco di retina (nel 5-10% dei casi trattati). Si tratta di un anomalo tentativo dell’occhio di riparare delle ferite retiniche e si presenta solitamente dopo intervento chirurgico per distacco di retina ma può formarsi anche in pazienti con distacchi di retina non trattati. Anche i pazienti con gravi traumi dell’occhio hanno un rischio molto elevato di sviluppare questa complicanza.

Le condizioni che aumentano i rischi di formazione della PVR sono:

  • Numero delle rotture retiniche ;
  • Dimensione delle rotture retiniche (le grandi sono più a rischio);
  • Posizione delle rotture retiniche (le posteriori presentano il maggior rischio).

Poiché la contrazione delle membrane esita in distacchi di retina è importante instaurare nei tempi adeguati una terapia. Attualmente l’unica terapia possibile è quella chirurgica, che prevede la rimozione delle membrane dalla retina e l’iniezione di olio di silicone in camera vitrea, che andrà rimosso circa dopo 3-4 mesi.

A volte sono necessari diversi interventi prima che il processo di PVR si spenga e che la retina possa rimanere accollata, ma non è possibile stabilire fin dall’inizio né il numero di interventi necessari per riaccollare la retina nè il risultato visivo finale. La frequenza di successo con riaccollamento della retina è medio-elevato, anche se a volte necessita dell’impiego di olio di silicone da lasciare in camera vitrea a permanenza ossia per tutta la vita.

La PVR non trattata conduce inevitabilmente a grave perdita della visione, perdita del tono oculare ed in alcuni casi a tisi bulbare (occhio più piccolo).

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