Occlusione arteriosa retinica

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Per occlusione arteriosa retinica si intende il blocco della circolazione sanguigna all’interno dei vasi arteriosi retinici con conseguente interruzione dell’apporto di sangue alla retina.

Le cause più comuni sono rappresentate da emboli, spasmi vascolari e aneurismi. I fattori di rischio più frequenti sono l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito, la stenosi carotidea e le valvulopatie cardiache.

L’occlusione arteriosa può interessare l’arteria centrale della retina o un dei suoi rami (occlusione arteriosa di branca).

L’occlusione dell’arteria centrale retinica nella maggioranza dei casi porta a un grave danno permanente della funzione visiva nell’occhio interessato. La sintomatologia esordisce acutamente con una severa riduzione monolaterale dell’acutezza visiva in assenza di dolore.

L’esame del fondo oculare mostra una retina edematosa e di colorito biancastro sulla quale spicca una macchia rosso-ciliegia in corrispondenza della parte centrale della retina.

In caso di occlusione di branca il paziente affetto avverte una limitazione parziale del campo visivo con caratteristiche variabili in rapporto all’estensione ed alla localizzazione dell’area retinica irrorata dal vaso occluso. All’esame del fondo oculare si osserva un edema retinico settoriale, localizzato nel territorio della branca occlusa. La diagnosi avviene attraverso la storia clinica e l’esame del fondo oculare.

La fluorangiografia può mostrare un ritardo di riempimento dei vasi arteriosi. E’, inoltre, utile eseguire esami di laboratorio e valutazioni cardio-circolatorie per approfondire i fattori di rischio che predispongono allo sviluppo della patologia e per valutare l’opportunità di terapie sistemiche. La prognosi visiva dell’occlusione dell’arteria centrale è generalmente molto sfavorevole.

La prognosi dell’occlusione di branca è invece variabile e dipende dall’entità ed estensione dei fenomeni ischemici e dall’interessamento dell’area maculare.

In circa il 10%-20% degli occhi è possibile osservare la presenza di un’arteria accessoria, l’arteria cilioretinica, che consente, anche in presenza di occlusione arteriosa, un apporto di sangue alla regione maculare tale da preservare l’acutezza visiva centrale.

Se la diagnosi è tempestiva ed i fenomeni ischemici non sono insorti da più di 10-20 minuti è possibile adottare alcuni provvedimenti terapeutici. Tuttavia, i trattamenti adottati raramente risultano efficaci a causa della rapidità ed irreversibilità del danno ischemico.

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