L’intervento “Radiazioni ottiche artificiali: patologie oculari da ROA”, a cura di Enrica Zinzini (Medico Oculista a RLP Sede INAIL di Brescia), segnala innanzitutto che “i meccanismi biochimici all’origine del fenomeno della visione riconoscono come primo induttore l’interazione della radiazione luminosa con i segmenti esterni dei fotorecettori retinici”.
Dal punto di vista biochimico – continua la relazione – “si tratta di processi ossidativi che inducono modificazione del potenziale delle membrane cellulari ottenendosi quindi una trasduzione del fenomeno chimico in segnale bioelettrico.
Il fisiologico lavoro cellulare induce così la formazione di Reactive Oxigen Species (ROS) che vengono neutralizzati dai sistemi antiossidanti, enzimatici e non enzimatici, intra ed extracellulari. In condizioni normali si realizza quindi un bilancio ossido-riduttivo a difesa della funzione cellulare e dell’integrità dei tessuti”.
Fornite queste informazioni sul fenomeno della visione la relatrice sottolinea poi che “fattori ambientali, individuali, caratteristiche inerenti le radiazioni ottiche naturali e artificiali che raggiungono l’occhio, i tempi di esposizione, ecc. possono condurre ad uno sbilancio di questo equilibrio” ed “al superamento delle soglie di compensazione tissutale nei confronti dei ROS. Il potenziale lesivo di tali sostanze si manifesta con modificazione del DNA, denaturazione di proteine strutturali ed enzimi, alterazione delle membrane cellulari”.
E i vari quadri patologici oculari – su alcuni di questi si sofferma la relatrice – “indipendentemente dal distretto interessato riconoscono questo meccanismo patogenetico comune”.
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